venerdì 10 aprile 2009

IMPRINTING

iniziando a sviluppare il mio progetto non posso prescindere dal concetto di imprinting in architettura. sono accanto ad una vasca romana, mi confronto con essa, la rinnovo di significati e la inserisco in un contesto urbano contemporaneo. ma basta un edificio che riproponga l'eco della pietra per esaurire la questione? di certo no, staremo a vedere...
La grande vasca romana che si trova all'incrocio con via Cesare Baronio fu scoperta per caso nel 1980 durante i lavori per l'apertura della strada.
La vasca, a pianta rettangolare, ha in un angolo gli scalini per scendere all'interno, e nell'angolo opposto un pozzo per lo scarico dell'acqua. Le pareti sono in opus signinum, un conglomerato formato da scaglie di selce impastate nella calce magra ben allettata, caratteristico delle cisterne romane. Sono presenti anche tracce dell'intonaco di rivestimento in cocciopisto, ottenuto con laterizio triturato e impastato con calce e olio fino a diventare compatto e impermeabile; la superficie di rifinitura è fatta con polvere di marmo.
Al centro, quasi intatta, si vede la fontana, l'interno della quale è percorso da una serie di canalette in terracotta che portavano l'acqua verso l'alto.
La tecnica di costruzione in opera reticolata e laterizio (la stessa del ninfeo di Egeria in Caffarella) consente di attribuire il complesso alla prima metà del II sec. d.C.
Gli archeologi ritengono che la vasca avesse uno scopo puramente ornamentale, e le bocche di terracotta dovevano essere i ricettacoli in cui i pesci potevano deporre le uova. Resta invece un mistero il modo in cui la fontana avrebbe ricevuto l'acqua, tenendo conto che l'unico acquedotto conosciuto che passava da queste parti (l'acquedotto Antoniniano) fu costruito 50-100 anni più tardi. Una indicazione può comunque venire dal ritrovamento di una cisterna all'interno della catacomba scoperta nel 1995 sul lato opposto di via Latina.
Il complicato sistema idraulico della fontana centrale sembra avere delle analogie con quello della "Meta sudante", la grande fontana che si trovava di fronte al Colosseo, purtroppo rasa al suolo nel 1936: il nome "meta" deriva dalla forma conica dell'oggetto, simile alle mete dei circhi romani, "boe" attorno alle quali giravano le quadrighe in gara; la meta era detta "sudante", perché l'acqua stillava come se la fontana "trasudasse". Questa fontana che vediamo è oggi poi particolarmente importante in quanto costituisce un esemplare unico dell'edilizia romana.

Tratto da: romacivica.net

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